L’utero è l’organo riproduttivo femminile destinato a contenere la gravidanza ed è formato da tre differenti strati di tessuto. Lo strato più interno è una mucosa chiamata endometrio, lo strato intermedio un tessuto muscolare chiamato miometrio ed il terzo, più esterno, una membrana epiteliale di rivestimento formata dal peritoneo.
L’endometriosi è una patologia comune, spesso dolorosa, che colpisce le donne in età riproduttiva e in cui l’endometrio si sviluppa al di fuori dell’utero. Questo tessuto, che risponde all’influenza degli ormoni femminili, può impiantarsi e formare cisti, noduli, lesioni, impianti o escrescenze in qualunque area della cavità addominale.
Più comunemente coinvolge ovaie, intestino e peritoneo (il tessuto che riveste la cavità addominale e la pelvi) e raramente può estendersi oltre la regione pelvica. Talvolta le lesioni si trovano anche nelle cicatrici addominali post-chirurgiche, sull’intestino tenue o sul retto-sigma, in prossimità degli ureteri, sulla vescica, nella vagina, sulla cervice e sulla vulva. Quando il tessuto endometriale penetra nello spessore della struttura muscolare dell’utero si parla di “adenomiosi” o “endometriosi interna”.
Nell’endometriosi, il tessuto endometriale fuori sede (ectopico) continua ad agire come farebbe normalmente: s’ispessisce, cade e sanguina ad ogni ciclo mestruale. Poiché questo tessuto ectopico non ha modo di essere espulso dal corpo, resta intrappolato nell’addome e i tessuti circostanti reagiscono con un processo infiammatorio formando tessuto cicatriziale e aderenze.
Tali lesioni inoltre possono rompersi e diffondersi ad altre aree, formare aderenze, sanguinare, localizzarsi sull’intestino e causare anche ostruzione intestinale oppure, quando la localizzazione è ureterale o vescicole, provocare disturbi urinari anche seri. I sintomi spesso s’intensificano nel tempo, sebbene in alcuni casi vi siano cicli di remissione e recidiva.
L’endometriosi può quindi causare aderenze e l’utero può attaccarsi alle ovaie, alle tube e all’intestino. Questo processo può causare dolore anche grave, in particolare durante il ciclo mestruale; tuttavia circa il 25% delle donne non ha sintomi, mentre in altre il dolore è quasi costante e può continuare per tutto il periodo riproduttivo. Nel 30-40% dei casi si possono sviluppare problemi di fertilità. Attualmente sono disponibili trattamenti efficaci.
Fattori di rischio
- Nulliparità
- Una o più parenti (madre, zia o sorella) con endometriosi
- Cicli mestruali più brevi di 27 giorni con sanguinamento che duri più di otto giorni
- Qualsiasi condizione medica che impedisca il normale passaggio del flusso mestruale
- Una storia d’infezione pelvica
L’endometriosi di solito si sviluppa diversi anni dopo l’inizio delle mestruazioni. I sintomi di endometriosi s’interrompono temporaneamente con la gravidanza e in modo permanente con la menopausa.
Complicazioni
La complicazione principale dell’endometriosi è l’infertilità: dal 30% al 50% delle donne con endometriosi hanno difficoltà ad avere una gravidanza.
Quando si verifica una gravidanza, l’uovo viene rilasciato dall’ovaio e percorre la tuba di Falloppio vicina, dove viene fecondato da uno spermatozoo, quindi penetra nell’utero dove s’impianta per iniziare lo sviluppo. L’endometriosi può ostruire la tuba e impedire all’uovo e agli spermatozoi di unirsi, ma sembrerebbe poter influenzare la fertilità anche in modo indiretto. Nonostante questo, molte donne con endometriosi, di grado da lieve a moderato, sono ancora in grado di concepire e portare a termine una gravidanza. A volte i medici consigliano alle donne con endometriosi di non ritardare ad avere figli, perché la loro condizione può peggiorare con il tempo: più a lungo si ha l’endometriosi, maggiore è la possibilità di rimanere sterile.
Endometriosi
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