Image doctors ID-10033392Purtroppo, ancora oggi, alcuni medici propongono la gravidanza come cura dell’endometriosi; si limitano, cioè, a consigliare alla paziente semplicemente di fare un figlio!

Presentare questa come una modalità terapeutica è un paradosso ed è priva di fondamento scientifico, soprattutto se si considera che la donna potrebbe essere già infertile. Inoltre si trascurano diversi altri fattori: l’età della donna spesso giovane, la presenza o meno di partner, il desiderio o meno di formare una famiglia. Infine, in molti casi, la gravidanza e la nascita di un figlio non coincidono assolutamente con la scomparsa dei sintomi, né tanto meno della malattia.

Trattamento e farmaci

Il trattamento dell’endometriosi dipende da una serie di fattori:

  • la severità dei sintomi
  • l’estensione dell’endometriosi
  • l’età della donna
  • l’obiettivo richiesto (riduzione del dolore, miglioramento o ripristino della fertilità)

Nessun trattamento in assoluto può escludere la recidiva dell’endometriosi, ma la giusta combinazione di follow-up medico regolare, di terapia ormonale e/o chirurgia può tenere sotto controllo la malattia.

Una delle false convinzioni più comuni è che avere un bambino curerà la malattia; infatti, mentre è pur vero che l’endometriosi è soppressa durante la gravidanza, i sintomi possono recidivare con il tempo, persino pochi mesi dopo il parto.

La terapia medica è essenziale: cura il sintomo dolore nel 60% circa dei casi, ma non cura l’endometriosi e, quasi sempre, alla sospensione del trattamento farmacologico ricompaiono i dolori. Sarebbe, quindi, necessario protrarre la terapia farmacologica per anni, durante i quali non si può ottenere una gravidanza. Inoltre, il dolore da endometriosi risulta solo parzialmente sensibile alla terapia farmacologica (componente chimica), mentre l’eziologia meccanica del dolore non viene influenzata. Gli ormoni possono quindi trattare l’endometriosi con un certo successo, ma in alcuni casi è indicata ed è indispensabile la chirurgia. L’approccio scelto dipende dalla gravità dei sintomi e dal desiderio di gravidanza. 

Farmaci analgesici e anti-infiammatori. Può essere utile prendere un antidolorifico da banco, come l’ibuprofene, per alleviare i dolori mestruali; tuttavia, se la dose massima non fornisce un pieno beneficio, è necessario passare ad altri trattamenti per la gestione dei sintomi.

Terapia ormonale. Talvolta la terapia ormonale è efficace nel ridurre o eliminare il dolore da endometriosi. Questo perché l’ascesa e la caduta degli ormoni durante il ciclo mestruale della donna stimola gli impianti di endometrio a ispessirsi, desquamare e sanguinare.

Le terapie ormonali utilizzate per l’endometriosi sono:

Contraccettivi ormonali. La pillola anticoncezionale, i cerotti e gli anelli vaginali aiutano a controllare gli ormoni responsabili della formazione mensile di tessuto endometriale. La maggior parte delle donne che usano un contraccettivo ormonale hanno un flusso mestruale più leggero e più corto. L’uso dei contraccettivi ormonali – in particolare i regimi a ciclo continuo – sono in grado di ridurre o eliminare il dolore da endometriosi lieve o moderata.

Gonadotropina-releasing hormone (Gn-RH), agonisti e antagonisti. Questi farmaci bloccano la produzione degli ormoni che stimolano l’ovaio, impediscono le mestruazioni e riducono drasticamente i livelli di estrogeni, causando la riduzione degli impianti di endometrio. I Gn-RH agonisti e antagonisti possono forzare l’endometriosi alla remissione durante il periodo del trattamento e, a volte, per mesi o anni dopo. Questi farmaci creano una menopausa artificiale che può provocare fastidiosi effetti collaterali, come vampate di calore e secchezza vaginale. Assumere anche una dose bassa di estrogeni o progestinici (add-back therapy) insieme ai farmaci Gn-RH agonisti e antagonisti può diminuire gli effetti collaterali. Se i Gn-RH agonisti non alleviano il dolore, è improbabile che l’endometriosi sia la responsabile dei vostri sintomi.

Danazolo. Si tratta di un altro farmaco che blocca la produzione di ormoni ovarico-stimolanti, sopprime le mestruazioni e previene i sintomi da endometriosi; inoltre, sopprime anche la crescita dell’endometrio. Tuttavia, il danazolo può causare effetti collaterali indesiderati, come la crescita di peluria e l’acne sul viso.

Medrossiprogesterone (e progestinici). Questi farmaci sono efficace nel bloccare le mestruazioni e la crescita degli impianti, alleviando quindi i sintomi; gli effetti collaterali possono includere l’aumento di peso, la diminuzione della calcificazione ossea e la depressione dell’umore.

Inibitori dell’aromatasi. Gli inibitori dell’aromatasi inibiscono o inattivano l’enzima aromatasi, determinando conseguentemente una soppressione totale della sintesi di estrogeni, in particolare nelle donne in postmenopausa. Gli inibitori dell’aromatasi hanno quindi una azione antiestrogenica totale e quelli di terza generazione (anastrozolo, letrozolo, exemestane) hanno un ruolo nel trattamento adiuvante del carcinoma mammario in donne in postmenopausa. Anche se sono farmaci non specificamente approvati per il trattamento dell’endometriosi, gli studi suggeriscono che gli inibitori dell’aromatasi possono ridurre in modo significativo il dolore da endometriosi. Gli inibitori dell’aromatasi agiscono sia bloccando la conversione dell’androstenedione e del testosterone in estrogeni che bloccando la produzione di estrogeni da parte degli impianti endometriali stessi. Ciò priva l’endometriosi degli estrogeni di cui ha bisogno per crescere. Per ridurre il rischio di effetti collaterali, come la perdita ossea e le cisti follicolari, gli inibitori dell’aromatasi devono essere presi in combinazione con un Gn-RH agonista o un contraccettivo orale estrogeno-progestinico.

Endometriosi
Endometriosi: cause
Endometriosi: sintomi
Endometriosi: diagnosi
Endometriosi: terapia medica
Endometriosi: terapia chirurgica
Endometriosi: stili di vita

Le terapie ormonali non sono una soluzione definitiva per l’endometriosi: è sempre possibile una recidiva dei sintomi dopo l’interruzione del trattamento.

  • Come faccio a capire l'origine e la natura del dolore?

    • Caratteristiche del dolore cronico

      Caratteristiche del DPC sono legate al sito di origine, alla sovraregolazione del segnale nervoso, alla disfunzione miofasciale, all’irritazione dei nervi, all’azione del cervello.

    • Come si fa la diagnosi di dolore pelvico cronico?

      La descrizione dettagliata e precisa del dolore e la visita medica permettono al medico di determinare i test e le procedure di laboratorio necessari per trovare le cause del dolore.

  • La valutazione accurata dei sintomi è essenziale per la diagnosi

Quando consultare il medico: 
in caso di dolore cronico, può essere difficile sapere quando si deve andare dal medico. In generale, bisogna fissare un appuntamento con il medico se il dolore pelvico sconvolge la vita di ogni giorno, o se i sintomi sembrano peggiorare.