Il varicocele pelvico è, tranne rare eccezioni, una patologia acquisita, diffusa e poco conosciuta, rappresentata dalla dilatazione varicosa dei plessi venosi utero ovarici, che insorge dopo almeno una gravidanza, a seguito della quale le vene che dipendono dalla vena ovarica e dalle vene uterine danno origine alla sindrome da congestione pelvica.
E’ una delle cause più frequenti di dolore pelvico, sia durante e dopo i rapporti, sia durante la stazione eretta.
Tale sindrome è spesso preceduta, in gravidanza, dalla comparsa di varici vulvari, molto dolorose. In seguito la sindrome è caratterizzata da dolori addominali, spesso perimestruali, da dolore post-coitale e da varici in zone atipiche degli arti inferiori (vulvari, ischiatiche, della zona inguinale). Il varicocele pelvico è spesso all’origine della recidiva di varici degli arti inferiori. Infatti a volte queste donne sono già state sottoposte con inutilmente ad interventi per la correzione di varici degli arti inferiori; la comparsa precoce di varici recidive deve far sospettare l’esistenza di reflussi extra-safenici riferibili alla sindrome da congestione pelvica.
Cause
La patogenesi non è conosciuta chiaramente, ma si pensa che il varicocele sia determinato da una debolezza congenita delle pareti venose associata a un’incontinenza delle valvole, per cui la pressione del sangue determinata dalla posizione eretta a lungo andare può determinare la dilatazione delle vene. Il dolore associato al varicocele è dovuto all’eccessiva pressione del sangue all’interno delle vene dilatate. La pressione e il dolore aumentano quando si sta in piedi per lunghi periodi di tempo, nell’attività sportiva o sollevando pesi.
Il disturbo da varicocele pelvico è denominato anche sindrome da congestione pelvica, caratterizzata da un dolore d’intensità variabile particolarmente fastidioso che aumenta prima e durante il ciclo: può interessare anche la zona pelvica vera e propria e la zona lombo-sacrale, accompagnata da un senso di peso addominale, facili irritazioni vescicali e gonfiore al basso ventre.
Altre cause di dolore da varicocele pelvico possono essere la stazione eretta prolungata, gli sforzi fisici o a fine giornata, la gravidanza o i rapporti sessuali, per via delle spinte successive alla penetrazione. Sintomi correlati possono riguardare anomalie del flusso mestruale, perdite vaginali atipiche, presenza di varici vulvari, perineali o perianali, irritabilità e ansia.
Sintomi
Il varicocele pelvico femminile si associa molto frequentemente a dolore pelvico cronico riferito al basso ventre, intermittente o continuo, spesso in coincidenza con il ciclo mestruale (dismenorrea nel 15% dei casi) o con i rapporti sessuali (dispareunia nel 40%), che talvolta può estendersi alla parte posteriore delle cosce e delle natiche e che spesso si accompagna a sintomi di urgenza urinaria, a stipsi intestinale o a congestione emorroidaria, con varici della parte inferiore della vagina, della vulva e o degli arti inferiori in circa 60% dei casi. Si tratta in questo caso di varicosità atipiche distribuite alle cosce in territori diversi da quelli tipici dell’insufficienza ostiale della safena, prendendo origine dai plessi venosi emorroidari del perineo (zona anatomica comprendente ano e genitali esterni), delle grandi labbra o della regione inguinocrurale.
Diagnosi
Di frequente la diagnosi viene posta tardivamente e sospettata solo dopo che altre patologie femminili più frequenti o conosciute sono state escluse. La conferma diagnostica, dopo un attento esame clinico, viene fornita dall’ecografia e dall’ecocolordoppler trans vaginale, o dall’angio risonanza magnetica, la più affidabile per riscontrare il problema. Tuttavia è spesso un reperto occasionale in corso di laparoscopia.
Terapia
Fatta la diagnosi la terapia è medica o chirurgica. Alcuni cicli di diosmina spesso faranno sparire i dolori cronici, a volte classificati come psicologici. Il trattamento chirurgico consiste nella interruzione del flusso venoso a carico della vena ovarica oppure nella sclero-embolizzazione retrograda del varicocele pelvico, metodica endovascolare poco invasiva e più innovativa, in cui, con anestesia locale, si incannula la vena femorale collegata a quella ovarica, che poi viene occlusa con una sistema sclerosante, in modo da fermare il circolo venoso alterato. L’intervento risolve in molti casi la sintomatologia e permette la dimissione dopo poche ore e con riposo per qualche giorno.